Articolo 1 – Go! Un pò di storia

Go! Un po’ di storia della Psicologia

La storia della psicologia si caratterizza per avere delle origini lontanissime nel tempo che la fanno coincidere con un’altra disciplina che ne condivide lo studio dell’uomo e delle sue caratteristiche: la filosofia. Nel corso degli anni le due discipline si sono gradualmente individualizzate e diffuse in modi e tempi diversi. In questo articolo descriverò i paggi fondamentali della nascita e sviluppo della psicologia, con un piccolo focus sull’Italia e le principali forme che ha assunto oggi.

Partiamo dalla base: cosa è la psicologia?

Il termine “psicologia” deriva dal greco psyché (ψυχή), ovvero: spirito o anima e da logos (λόγος) che si può tradurre con i termini di discorso e studio. Questo termine, tradotto letteralmente, indica lo studio dello spirito o dell’anima.
La psicologia è la scienza che studia il comportamento dell’uomo attraverso i suoi processi mentali, affettivi e relazionali per promuovere il miglioramento della qualità di vita.

Gli albori

Lo studio della mente e dei comportamenti umani è stato d’interesse per l’uomo che si interrogava su questo tema fin da tempi remotissimi. Con la nascita della filosofia, questa disciplina inizia a porre, attraverso i suoi esponenti, svariati interrogativi sulla mente umana e sul suo funzionamento.
Tra i principali filosofi che possiamo citare, Socrate e Platone, sono tra i più rappresentativi. In quel tempo gli uomini hanno iniziato a chiedersi a lungo quali fossero i meccanismi attraverso cui si determinavano delle scelte e venivano a configurarsi le esperienze dell’essere umano.
Anche se inconsapevolmente, non poteva essere altrimenti per la psicologia, risulta evidente come le conoscenze psicologiche sono state fondamentali per la nascita e strutturazione della società, della politica e della cultura.
Dalla poleis greca dobbiamo aspettare il Seicento per incontrare un confronto più serrato su questi argomenti. Furono anche in questo caso i filosofi a farsi portavoce di riflessioni e a proporre teorie sulla mente umana.
Nonostante la risonanza del dibattito filosofico, queste ricerche non diedero mai vita a una vera e propria psicologia intesa come materia a sé stante. Emblematico in questo senso risulta l’accezione con cui viene coniato il terminepsicologia” utilizzato per la prima volta nel XVI secolo, dal tedesco Filippo Melantone, latinista e grecista, per indicare l’insieme delle conoscenze psicologiche, filosofiche, religiose, pedagogiche e letterarie di un essere umano.

Quando nasce?

La nascita effettiva della psicologia come scienza viene generalmente ricondotta alla seconda metà dell’Ottocento, quando l’indagine psicologica si apre alle metodologie delle scienze naturali. Tra il 1850 e il 1870, infatti, fisici e medici iniziarono ad occuparsi dello studio della psiche. Gli scienziati applicarono allo studio della mente le tecniche che già applicavano alle scienze naturali, senza capire che stavano creando una nuova scienza: la moderna psicologia scientifica.

Il primo laboratorio di psicologia fu creato da Wilhelm Wundt (1832-1920) a Lipsia, in Germania. Qui veniva utilizzato il metodo introspettivo prima di creare la teoria dell’elementismo che riguardava l’assunzione teorica secondo cui lo scomporre in elementi più semplici i diversi contenuti psichici ne facilitava lo studio e la comprensione.

Come si diffonde?

Dall’inizio del Novecento iniziano a nascere varie diramazioni all’interno della psicologia e la disciplina inizia ad affermarsi sempre più fuori dai confini tedeschi. L’espansione della psicologia portò, nel corso del XX secolo alla formazione di diverse scuole di pensiero basate su assunti teorici molto diversi:Il funzionalismo è una corrente di pensiero che vede i fenomeni psichici come funzioni attraverso cui l’organismo cerca di adattarsi all’ambiente sociale e fisico;

  • Il comportamentismo si proponeva di indagare il comportamento umano in prospettiva di “comportamenti osservabili”, secondo un paradigma “stimolo-risposta”. La sua nascita coincide con la pubblicazione del “Manifesto” di  John Watson (1878-1958) nel 1913 e assumerà una posizione di predominio nell’ambito psicologico per tutta la prima metà del Novecento. Il comportamentismo rivoluzionò i concetti della psicologia, concentrando i suoi sforzi e studi non sulla “coscienza”, inosservabile e astratta, ma sul “comportamento”. Il nuovo e unico oggetto di studio della psicologia divenne così il comportamento osservabile degli organismi viventi;
  • Il gestaltismo è una corrente di pensiero nata in Germania che pone il suo studio sui temi della percezione e dell’esperienza. Gli psicologi della Gestalt cercarono di dimostrare sperimentalmente la “totalità” delle funzioni psichiche secondo l’assunto per cui: “L’insieme è più della somma delle sue singole parti”. Questo postulato teorico ne rendeva evidente l’opposizione alle teorie associazionistiche di Wundt e a quelle comportamentistiche di Watson, per spostare l’accento sulla tendenza degli insiemi percettivi e per estensione delle rappresentazioni del pensiero, a presentarsi al soggetto sotto forma di unità coerenti.
  • La psicoanalisi nacque in ambito psichiatrico nei primi decenni del Novecento, grazie all’opera innovatrice di Sigmund Freud (1856-1939), un neurologo viennese. Questa corrente non nacque dai laboratori di ricerca, ma ebbe origine dalla pratica clinica del trattamento di pazienti con disturbi di natura psichica (nevrosi). La vera rivoluzione che Freud introdusse nella psicologia fu la concezione dell’esistenza di una parte irrazionale e nascosta dello psichismo di ogni essere umano che chiamò inconscio. Tutti i suoi lavori cercarono di trovare dei metodi e delle strategie per poter analizzare l’inconscio e lavorare sulle varie istanze psichiche (Es, Io e Super-Io), ad esempio tramite l’interpretazione dei sogni.
  • Il cognitivismo derivò dalla necessità di superare il dualismo stimolo-risposta del comportamentismo, che non riusciva a spiegare in modo esauriente comportamenti umani complessi. La tesi alla base del cognitivismo riguardava l’accento sull’attività pensante dell’uomo, visto come organismo attivo e non più passivo, quindi in grado di determinare il proprio futuro e migliorare la propria condizione di vita attraverso il lavoro sulla propria mente.

Negli anni successivi queste scuole hanno sempre più attenuato la loro contrapposizione portando alla formazione di scuole dall’approccio integrato che miravano ad unire assunti teorici di orientamenti diversi tra loro per creare stili terapeutici e utilizzare tecniche provenienti da varie correnti della psicologia.

La Psicologia in Italia

La storia della psicologia in Italia si configura attraverso tre eventi fondamentali:

  1. La nascita del periodico scientifico Rivista di Psicologia di Giulio Cesare Ferrari nel 1905;
  2. Il V Congresso Internazionale di Psicologia a Roma;
  3. Il bando per l’assegnazione delle prime tre cattedre di discipline psicologiche nelle Università.

Tuttavia, la vera nascita della psicologia nel belpaese è da ricondurre alla Società Italiana di Psicologia (SIP), che nasce a Ginevra nel 1909 , durante il VI Congresso Internazionale di Psicologia, per costituire una rappresentanza scientifica per l’Italia.

Sono Damiano, Psicologo
e Psicoterapeuta

Ricevo a Montecatini Terme e Online

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